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sabato 24 dicembre 2011

XXIV DOMENICA DEL T. O. : MT 18,21-35, Il servo disumano.


Quasi tutti sappiamo che un denaro equivale alla paga giornaliera dell’operaio, per cui i 100 denari che uno dei servi della parabola deve all’altro rappresentano la paga di 100 giornate lavorative, circa 5000 €. È già tanto se consideri che rappresentano 100 giornate messe da parte! Alla nostra mente si affacciano anni di sacrifici per risparmiarle e anni ancora di sacrifici per--br-- restituire.


Ma un talento, quanto vale? La mia Bibbia mi ha detto: 250 000 €! Assurdo!


10 000 talenti: 2 500 000 000 €!!, 50 milioni di giornate lavorative!!! 137 000 anni di lavoro senza feste!!! Come è possibile essere debitore di tanto?


Serietà della vita, del giocarsi la vita eterna costata a Cristo il suo sangue per una disobbedienza all’amore, alla verità, all’onestà… Potenza della misericordia di Dio che vuol darti una vita nuova attraverso il peso del riscatto sopportato umanamente da Cristo nella sua carne. Egli ha pagato per tutti.


Ma come mi sento io di fronte a questo annuncio del Signore?


Come è difficile immaginare una somma di denaro così grande, più difficile ancora è non rimanere increduli di fronte a un tale debito verso Dio.


I miei amici sono, tra tutti i fedeli della santa Chiesa, i meno attrezzati per concepire la gravità del peccato e la propria responsabilità. Eppure spesso, in modo abitualmente silente, il senso di colpa li scaccia. In particolare gli omicidi. Quelli che, come ha tragicamente e felicemente scritto un poeta ergastolano, hanno “condotto con la mano la morte negli occhi di un uomo”.


Uno di loro mi dice: voglio andare in carcere per espiare, qui sto troppo bene.DSCN4608


E nell’assemblea di questo sabato il grido di un altro: io non riesco a perdonarmi per quella persona che ho ammazzato.


Impariamo da loro questa verità fondamentale: chi sbaglia non è felice, e maggiore è il crimine maggiore l’infelicità. Annunciamo senza stancarci la conversione. Il contrario della conversione evangelica sono da una parte la deresponsabilizzazione e dall’altra la colpevolizzazione. La buona notizia è che nell’amore creatore di Dio vedo la mia colpa e incontro la misericordia totale di Dio su questo peccato che ti cambia perché pagando il nostro riscatto fa di te una creatura nuova. Prima di tutto e prima di tutti, accettiamo noi stessi di essere perdonati da Dio e di rinascere dall’acqua e dallo Spirito.



















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