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sabato 24 dicembre 2011

DOMENICA 13 NOVEMBRE: PRENDI PARTE ALLA GIOIA DEL TUO PADRONE!

MATTEO 25, 14 -30:  V. 14 Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. ….  24 Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25 per paura… 

 Anche in questa domenica il Signore ci ha donato un Vangelo estremamente ricco. Ma come risuona tra i nostri amici? Li colpisce in negativo la durezza del padrone (Dio)
verso colui che ha ricevuto meno di tutti. Chiaramente si identificano con quest’ultimo e si ritrovano anche nel suo sentimento di paura verso Dio. Se uno si sente inadeguato davanti agli uomini tanto più ha bisogno di consolazione da parte di Dio, di indulgenza. L’esempio dei soldi che prende Gesù suggerisce anche l’idea di rischio e il mondo dell’economia oggi più che mai non sembra un mondo aperto alla buona volontà ma piuttosto a chi ha fortuna o a chi è già forte. Sentono però che Dio chiede e accetta il rischio. Anche se non sta scritto nel brano del Vangelo, pensano che se qualcuno ha il coraggio di rischiare, di buttarsi, Dio lo accoglierà anche se viene a perdere il capitale.


Però quel poveretto ha avuto paura, non ha sprecato il talento datogli da Dio, lo restituisce integro. Passo su tutte le riflessioni che fanno sulle banche per spiegarsi perché questo servo nasconde il suo talento nel terreno e non lo mette su un conto bancario. Questo fa parte delle differenze culturali che bisogna superare per arrivare al nocciolo della Buona Notizia di questa domenica.

Perché la colpa di quel servo è così grande agli occhi di Dio?  

La Buona Notizia è che Matteo ha fatto apposta nel dare il meno favorito in esempio di servo malvagio e pigro, impaurito. Infatti quello che è palese tra i miei amici è presente nel mio cuore e nel tuo.

Ci sono certamente persone che non si pongono minimamente il problema di una crescita personale, di un darsi da fare per altro che i propri interessi egoistici.

Ma io che faccio parte dell’immenso esercito di coloro che sentono l’imperativo di fare del loro meglio, di migliorarsi e di servire il bene comune, ho sempre l’impressione di trovare persone molto più in gamba di me, sicure, che subito si mettono ad impiegare i loro talenti e con frutto, attirando l’attenzione, che mi passano avanti, fanno carriera, mentre io faccio una fatica bestiale con il poco che ho, non riesco a superare i miei difetti e mi manca sempre qualcosa per poter fare qualcosa che valga la pena: in intelligenza, in cultura, in soldi , in salute, in appoggi sociali, in felicità di carattere, in grazia!...

 La Buona Notizia è che Dio sa benissimo quali sono le tue capacità e non ti chiederà oltre i talenti ricevuti, ma sa che sei persona e che non ti puoi realizzare senza un dono sincero di te stesso, così come sei!

Se hai ricevuto un “misero” decimo di talento, trafficalo con fiducia e sarai accolto come colui che ha ricevuto 100 volte più di te.  Anche a te Dio dirà: Servo Buono e Fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto, prendi parte alla gioia del tuo padrone!

Davvero quello che fai è come una goccia di acqua nell’oceano, ma davvero senza la tua goccia l’oceano mancherà di qualcosa. Lo diceva Madre Teresa, te lo devi ripetere con la stessa fede e lo stesso amore suoi. 

I nostri amici hanno notato anche che se uno s’impegna Dio aggiunge altri doni: “il suo talento datelo a chi ha dieci talenti, perché a chi ha sarà dato… Questo pure è un pensiero di grande speranza.

Buona settimana.

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