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mercoledì 20 agosto 2014

DOLORI CHE DOVREBBERO ESSERE EVITATI

Oggi ho celebrato le esequie di Carmela. Una parrocchiana molto assidua stroncata da un tumore. Uno dei suoi figli sta in carcere. All’ultimo momento mi è stato chiesto un attestato per farlo venire al funerale perché non aveva avuto il permesso di incontrare la madre in fin di vita. Sono venuto apposta in parrocchia di mattina per dare questo attestato. Immaginavo che non avrebbe avuto esito. Sono stato contento di venire lo stesso. Vedere un proprio genitore prima che muoia o partecipare almeno al suo funerale è un diritto umano anche per un carcerato. Come è un diritto umano per un genitore abbracciare i suoi figli prima di lasciare questa terra, anche, e forse a maggior ragione, il figlio carcerato. Il ravvedimento e l’accompagnamento per il reinserimento nella società da cittadino cambiato nel cuore e nei valori, utile a sé e agli altri, si gioverà molto di più di una misura di umanità in questo caso. Questa mamma ha resistito oltre il limite nella speranza di vedere un’ultima volta il figlio carcerato. Non è stato possibile ma l’ha sentito per telefono. Si è praticamente risvegliata dal coma quando ha sentito la voce del figlio e poi si è lasciata andare.

Non voglio parlare dei casi particolari. Trattandosi di persone ristrette ci possono essere situazioni