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sabato 24 dicembre 2011

IL VANGELO ALL'O. P. G., XXIX DOMENICA T. O.

DSCN1037 MOSAICO SOLE COLOMBEMATTEO 22,15-21: … Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l'iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.


Nelle omelie della domenica ho portato l’attenzione sulla dottrina sociale della Chiesa, sui principi generali di una politica fatta da cristiani coerenti o valutata da cittadini cristiani attenti. (“rendete a Cesare quello che è di Cesare"). La frase di Gesù è attualissima perché la situazione di allora, in quanto a corruzione e violenza nelle sfere della politica, ai diritti umani e alla libertà di espressione, non era certamente migliore di oggi, tutt’altro.  Sabato mattina mi è sembrato che queste riflessioni fossero meno utili ai nostri amici. Certo la maggior parte segue il TG e ha opinioni generiche sulla politica. Ma per lo più non si sentono in grado di partecipare alla vita della nazione come cittadini attivi. Per cui sono passato più rapidamente al “rendete a Dio ciò che è di Dio”, che è per tutti noi la radice dell'impegno nella vita sociale.   Cosa è di Dio?: tutta la nostra vita, l’amore, la nostra anima, il sorriso … sono state alcune delle loro risposte.    Riprendendo il pendant della moneta abbiamo scoperto di essere la moneta di Dio e su questa moneta ci deve essere la sua immagine, il volto di Gesù e il suo segno.    È una grande rivelazione capire che sono immagine di Dio, che gli appartengo, che sono la sua ricchezza. Molti non credono a tanto onore o lo vivono con senso di sfiducia, di fallimento, con senso di colpa.      È vero che siamo anche peccatori, ma Gesù non mette condizioni a questa resa a Dio. Non dice: se sei bravo, … No! Se Dio dice a Ciro, il Re persiano, il pagano (non mi conosci), che è il suo eletto (il suo messia! מְשִׁיחֹו) quanto più dirà di noi battezzati che siamo i suoi consacrati. E se gli apparteniamo dobbiamo avere fiducia nel suo amore e dargli ciò che è suo, anche se macchiato dalla colpa, dalle mancanze. Egli è il medico venuto per curare e guarire.   Ci siamo divertiti a immaginare quanti altri "sponsor" abbiamo aggiunto su questa moneta, che Dio dovrà togliere per far risplendere l’immagine del suo Cristo. Qualcuno di loro è rimasto sorpreso che la pigrizia potesse essere un peccato e nella semplicità meravigliosa che caratterizza i nostri amici ha detto: allora, io, questo peccato ce l’ho! 

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