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venerdì 25 maggio 2012

TELEVISORI

Vi abbiamo chiesto televisori e avete risposto subito. Gli internati ringraziano. Pubblico la lettera che mi hanno fatto firmare per un fatto burocratico perché  evidenzia la vostra generosità. Se c'è ancora in giro a casa vostra o di amici qualche televisore di piccole dimensioni (14 - 18 ", senza decoder) che non serve, siamo grati di poterlo ricevere (mi potete chiamare sul cellulare: 338 395 10 07). I televisori erano quasi tutti rotti e adesso pian piano le stanze ricominciano ad essere fornite. In tutto, avete dato finora 33 televisori. Non sapevo che esistevano tante marche differenti!

lunedì 21 maggio 2012

PARTENZA PER IL CIELO

Un altro amico se n'è andato. Arresto cardiaco, salvato con il defibrillatore e la pronta reazione del personale ha potuto essere portato in ospedale, munito di pace maker e vivere ancora un mese.
Ma poi la sua situazione generale critica ha avuto il sopravvento. Aveva più di sessant'anni.
Appena ho saputo che era in ospedale gli ho portato l'olio degli infermi. Il Vangelo che ho aperto chiedendo al Signore una Parola per illuminare la situazione di questo fratello mi ha colpito:
Ecco quello che ha fatto per me il Signore, togliendo la mia vergogna di fronte agli uomini.

UNA RIFORMA A COSTO ZERO PER UN'ITALIA MIGLIORE

L'episodio che voglio raccontare ha i connotati particolari degli O. P. G. ma riguarda tutti gli istituti penitenziari.
Un nostro amico, che chiamo Antonio, oggi è una persona perfettamente innocua grazie alla terapia che segue e viene ammesso a vari benefici, come le uscite accompagnate. Ad inizio aprile lo porto, assieme ad altri otto, a fare una gita sulle falde del Vesuvio con pranzo in una parrocchia dei dintorni. Usiamo un normale pulmino e non il cellulare delle trasferte verso i tribunali. Ci sono quattro accompagnatori. Nessuna guardia penitenziaria. Non ce n'è bisogno.
Pochi giorni dopo, la mamma, ammalata da tempo, precipita, e la famiglia chiede che Antonio venga a vederla un’ultima volta. Ma il Giudice di Sorveglianza è assente per un motivo legittimo e solo lui può dare la licenza. La mamma muore mentre si aspetta con

ODORI


Uno psichiatra di lungo corso mi ha riportato questa espressione tradizionale nell’ambito psichiatrico: “odore di fumo e di piscio: on est chez nous!” (in francese nel testo, come si dice).
A questo riguardo come siamo messi nell’O. P. G. di Napoli?
Odore di fumo senz’altro, odore di piscio no! Certo, abbiamo alcuni pazienti che non sono continenti e qualcuno non si fa volentieri la doccia. Certo l’odore, alle otto la mattina nelle corsie è diverso dalle ore successive, così come a prima mattina si trovano cicche a terra un po’ ovunque, ma non è quel odore che caratterizza ad ogni momento della giornata alcune strutture. Tutto è pulito due volte al giorno, grazie alle nostre OSA e alla buona volontà che sanno suscitare in alcuni pazienti.

Con l’odore fantastico che si sprigiona dalle piante in quest’ora della notte in cui scrivo, dopo la bella pioggia che è caduta poco fa, ho ancora più nostalgia di un O. P. G. che possa veramente odorare di natura e di libertà.
Oggi ho portato un piccolo ulivo che pianteremo accanto ad una statua del Sacro Cuore in questi giorni e cerchiamo di fiorire e rendere sempre più verde il nostro luogo di vita. Ma l'equità vuole che si renda omaggio fin d'ora agli sforzi che si fanno in questa struttura per mantenere i nostri pazienti in un ambiente pulito e con decoro per il vestiario personale.
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martedì 8 maggio 2012

UN NOSTRO AMICO INTERNATO SCRIVE AL CARDINALE

Caro Cardinale Sepe, vorrei dirLe che mi ha fatto molto piacere incontrarLa nel carcere di Secondigliano O. P. G.
Vorrei essere vicino alla gente come lo fa Lei.
Si ricordi che Dio è più vicino che mai. Essendo l’uomo d’indole cattiva soffriamo l’indifferenza. Lei con la sua bontà aiuta molto la nostra gente di Napoli e questo è un bene che fa verso chi sofre. Io nel mio piccolo aiuto gli altri nel O. P. G. a cercare una via d’uscita dal carcere, spiegando che la cosa più bella della nostra vita è la libertà. E io nel mio cuore prego il Signore anche a parole mie.
Che Dio onnipotente ci doni la vita eterna.
Un saluto
Firmato: -NN, dal O. P. G. di Secondigliano

credo che nella sua freschezza, questa lettera che mi ha affidato un internato per il Cardinale parli - molto - da sé.

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