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sabato 24 dicembre 2011

Turnnover e futuro...

Man mano che entro nel mondo dell’O. P. G. raccolgo sempre più informazioni. Mi ha colpito quest’anno l’elevato turnover costatato.







È vero che c’è sempre un via vai di internati che, per buona parte, proviene dai fratelli in osservazione psichiatrica per i quali si rende una valutazione nei 30 giorni, dopo di che ricevono un’altra destinazione.







Ma parlando di quei movimenti con il personale interessato ho avuto la conferma che il turnover si è notevolmente accelerato in questi due anni--br--. E ciò perché, prima ancora dell’interessamento della Commissione Parlamentare, dall’interno stesso dell’O. P. G. di Napoli e del Tribunale di Sorveglianza si è cercato di far uscire gli amici che non presentano particolare pericolosità sociale.







Così si sono felicemente risolti casi dopo 9, 11, 27, 19 anni di carcerazione e altri ancora



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Solo a luglio sono usciti più di dieci fratelli e ne sono arrivati altrettanti (dal 1° agosto sei usciti e quattro arrivati).







Questo mi rende più difficile conoscere tutti immediatamente ma non me ne lamento.







Ma con tante uscite perché la popolazione dell’O. P. G. di Napoli rimane stabile? Perché – questo è un frutto della Commissione Parlamentare – si sta chiudendo dei reparti in altri O. P. G. e parte degli internati interessati sono trasferiti a Napoli considerato migliore. Non sempre quei fratelli sono napoletani o campani. Tanto più cerchiamo di farli sentire meglio di come stavano nel luogo di provenienza. Particolarmente con gli internati psichiatrici non serve l’ideologia, ma la concretezza a servizio dell’uomo.







Si chiuderanno un giorno gli O. P. G.? Purché questo significhi migliore trattamento e maggiore dignità per i nostri ammalati, è più che auspicabile.







L’importante è il ricupero della persona e che non sia più pericolosa per il suo entourage. Di massima importanza è prima ancora, la prevenzione.







Ora costatiamo invece che l’uso sempre più diffuso di droghe, nonché l’assenza di educazione dei giovani, porta a perdere il senno e anche a commettere reati lievi o gravi. L’attualità ce lo mostra quasi ogni giorno.







Ma non è tutto. La droga ha effetti durevoli, talvolta permanenti, per cui, non solo sul piano psicologico, ma proprio sul piano neurologico, sembra che le terapie abbiano meno effetto. In breve, più va avanti un certo modo di vivere più difficile si presenta il ricupero.







Sono questioni estremamente serie. Qualcuno parla tra l’altro di emergenza educativa. Sarebbe assurdo che mentre si fa strada una migliore sensibilità verso questi nostri amici, non si faccia nulla contro i meccanismi che rischiano di portare fuori controllo il disagio mentale e la pericolosità sociale, soprattutto giovanili, per cui da una parte chiuderemo gli O. P. G., dall’altra, dovremmo aprire sempre più strutture per venire incontro al disagio mentale e le sue conseguenze.







Ci ritorneremo. 

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