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sabato 24 dicembre 2011

Il Vangelo all’O. P. G. XXVIII DOMENICA DEL T. O.

Il Vangelo all’O. P. G. XXVIII DOMENICA DEL T. O.Mt 22:1-14 Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.

Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Come nel Vangelo della settimana scorsa troviamo un re che ripete l’invito ma le conseguenze del rifiuto sono più forti.

Tema particolarmente difficile da affrontare con i nostri amici sempre appesantiti da senso di colpa, che lo esprimano o meno. Non sono forse rigettati dalla famiglia, dalla società, messi in una condizione di emarginazione? Ora il senso naturale della giustizia vuole che se sei punito ci sarà pure un buon motivo. E i cattivi non ereditano la stima degli altri né il favore di Dio, non sono degni del suo Regno.



DSCN1037 MOSAICO SOLE COLOMBEIl filtro della mentalità religiosa naturale aggiunge altre possibilità di cattiva comprensione: in Italia per sedere a un banchetto di nozze devi portare la busta. Non sei invitato gratuitamente. In Francia sì, e per questo motivo i ricevimenti sono molto più sobri, il che non è certo un male. Inoltre l’unico convitato nel Vangelo che sarà escluso lo è perché non ha messo l’abito nuziale. È perché non ha voluto fare sforzi? bisogna fare sacrifici per conquistarsi il paradiso!?



Il filtro della religiosità comune fa sì che la gratuità della salvezza scompare totalmente.



Invece la Buona Notizia è che il re invita con premura. Deluso dai primi invitati manda i suoi servi di nuovo ed essi ritornano con cattivi e buoni. Solo chi rifiuta il dono, l’invito, è (si rende) indegno del Regno.



Ci sono quelli che hanno altre cose da fare, più interessanti, più urgenti. Non vengono proprio alle nozze del Figlio di Dio. Decidono loro ciò che vale la pena o meno vivere e non scelgono Dio.



Ci sono quelli che vengono ma non aprono il cuore alla grazia, non si lasciano trasformare. Anche loro decidono ciò che è bene e male e scelgono sé stessi e non Dio.



A questo proposito nei battesimi troppo spesso la famiglia si sente in dovere di portare il bambino già vestito di bianco, con un vestitino elegante, ricco, tanto da far sembrare la veste battesimale che offre la parrocchia un po’ misera. A livello di segno è una grossa contraddizione. Chi dona l’abito di nozze è Dio stesso. Tutto è gratis. Gratuità non è approfittare e calpestare ma accogliere un invito e abbandonarsi all’azione graziosa di Dio che rende degni di sedere alla mensa.



Anche tra i nostri amici c'è il rischio che ci siano quelli che non rispondono all’invito e quelli che lo facciano in modo che non sia coinvolta la loro vita profonda.



Ultimo scoglio, di fronte all’incredulità dei miei amici, feriti dalla vita: vale poi la pena di vivere da cristiano, con questo Dio?



DSCN1035 PURGATORIOSan Paolo nella seconda lettura ci risponde: sono talmente sazio, mi sento talmente protetto, guidato, che posso stare nella ricchezza e nella povertà senza che questo cambi la mia vita, perché Dio è mio Padre e provvede a me con larghezza.



Uno dei problemi dei nostri amici è che mancano di tutto, sono insoddisfatti, la mancanza di libertà acuisce il desiderio delle cose. Li invito continuamente alla preghiera profonda e alla pratica del Rosario. Ricomincio in questo mese di ottobre, con fiducia. In generale chiedono la corona come amuleto, per mettersela al collo e sentirsi protetti. Quando qualcuno di loro prega seriamente si vede che almeno per quel tempo, sta meglio, le sue pene sono più leggere da portare le sue ossessioni si attutiscono.



Ma forse possiamo dedurre che non sono poi così diversi da tutti noi spesso distratti da Dio e dalle cose de suo Regno da mille affari e interessi, poco propensi a cambiare mentalità prendendo il Vangelo come punto di riferimento, affaticati da sensi di colpa e false immagini di Dio… 

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