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sabato 24 dicembre 2011

Chi sono gli amici dell’O. P. G.? (1)

di Fra' Sereno

Sono innanzitutto gli internati.


Per ovvie ragioni di privacy dobbiamo proteggere la loro identità e non possiamo essere troppo espliciti né farvi vedere con precisione le loro fattezze. Eppure tante volte l’espressione del volto, il sorriso semplice e lo trrrsguardo da fanciullo oppure sbarrato dall’angoscia, dall’idea fissa, le lacrime e la collera sono ciò che hanno di più bello e sono lo specifico e la ricchezza dell’O. P. G., ciò che ti tocca più profondamente e maggiormente ti spinge ad impegnarti per loro. Sono senza maschera o le loro maschere sono ingenue.


Un amico è Fabrizio che appena vede un’altalena vi si precipita sopra. Un altro amico è Gaetano che, dopo tanto impegno degli educatori è stato inviato in una comunità vicina al suo paese per cui i genitori anziani potevano venirlo a trovare. --br--Ma lui partiva con un’idea forte: essere libero, significava sposarsi al più presto. Non avendo trovato donne da sposare in quella comunità è evaso dopo pochi giorni per tornare al paese natio, ma non è andato oltre la stazione ed è stato riportato da noi.


Alcuni inseguono amori immaginari e incaricano chi presta loro ascolto di ritrovare la ragazza dei loro sogni per sapere se è ancora innamorata di loro ma non sanno dove abita, perfino non conoscono il suo nome, perché l’hanno solo vista nel suo posto di lavoro.


C'è Bruno: lui è rimasto nella comunità dove è finalmente approdato dopo 27 anni di O. P. G. Nella sua dolce follia si era travestito da donna e, notato da un militare davanti ad una scuola di bambini, “ha fatto resistenza a pubblico ufficiale”. È chiaro che non è stato condannato a 27 anni di carcere per una simile sciocchezza, ma una volta entrato, di proroga in proroga, non trovandosi una struttura per accoglierlo ha trascorso la sua vita dietro le sbarre…


È l’anomalia giuridica italiana che colpisce anche Antonio (sono tutti nomi di fantasia) perché extracomunitario. Ha rapinato 7 000 lire con la minaccia di un’arma inesistente (ha fatto il gesto attraverso la tasca), è stato denunciato e arrestato e da allora vive e regredisce mentalmente in carcere, da … 19 anni!


C'è Romualdo che non ha visto i suoi figli da anni e pretende che la figlia che sta al secondo anno di catechismo non faccia la prima comunione se lui non è presente…


C'era Saverio che, completamente senile, incapace di stare in piedi da solo e perso nei suoi pensieri, sempre dopo quintali di carte e di contatti, è stato accompagnato in una casa geriatrica che l’ha rimandato dopo 24 ore “perché aveva aggredito un’infermiere”, cosa di cui era totalmente incapace. Forse il Signore ha visto che il tempo della libertà doveva comunque arrivare per lui, probabilmente aiutato dal trauma di questi spostamenti repentini, Saverio è morto in carcere nel mese successivo al suo rientro.


Tra gli internati ci sono omicidi o comunque fautori di gesti violenti, per cui, come in tutti i paesi, è necessario prevedere misure di sicurezza. Ciò che non va nell’ordinamento italiano è che queste misure di sicurezza siano applicate in carcere anche se carcere a detenzione attenuata. Anzi, grazie alla legge Basaglia del 1980, pian piano i manicomi civili sono stati chiusi, ma mancando di strutture idonee, gli O. P. G. hanno ancora di più svolto la funzione di discarica sociale e alcuni tra i nostri amici sono solo "poveracci" criminalizzati per toglierli di mezzo. In un caso le stesse forze dell’ordine che presiedono il territorio hanno detto chiaramente che la pericolosità sociale del soggetto era del tutto marginale per cui non era necessaria nessuna misura di sicurezza. Il giudice non ha seguito questa linea e Marco sta in O. P. G. da 12 anni.


Ci sono quelli che potrebbero stare a casa loro se si fosse sicuri che seguono la terapia. Altrimenti ritornano ad essere schegge incontrollabili. Ambrogio in una lite ha ucciso un vicino. Liberato dopo 8 anni e a quasi 70 anni, ha ferito un membro della stessa famiglia vicina. Eppure sembrava un vegliardo cadente. Oggi con qualche anno in più e una debolezza maggiore è tornato in famiglia.


Non sempre i servizi sociali territoriali seguono a dovere i casi che gli competono.


L’estrazione sociale degli internati è varia, il livello culturale medio è piuttosto basso come in tutte le carceri ma sono passati per l’O. P. G. da internati professori, ufficiali superiori, ispettori di polizia, artisti, musicisti, direttori teatrali, ingegneri, insomma tutte le formazioni e professioni, amanti della lettura, conoscitori di lingue, ecc.


 Altri amici sono i membri del personale di cui parleremo nel prossimo post , i volontari che si presenteranno personalmente, e … voi, che fate già o potete fare veramente tanto per gli internati e le loro famiglie. Se ci lasciamo andare può nascere una bellissima amicizia tra tutti, grazie a questi uomini feriti nel loro equilibrio mentale, nei loro affetti, nella loro dignità, con loro al centro.


fra' Sereno

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