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venerdì 30 novembre 2012

GIORNALISMO


Ogni tanto gli O. P. G. hanno l’onore della cronaca.
Tanti anni fa, da adolescente desideravo diventare giornalista. Poi ho vissuto una occupazione liceale, le “Printemps des Lycées” in Francia nel 1971. Grande collera nel nostro Liceo di Provincia per la morte di un compagno durante l'ora di educazione fisica che si innescò su altre agitazioni a Parigi e poi in tutta la Francia contro la Riforma Scolastica di allora, per i tagli nel Bilancio dello Stato, ecc.
In quel periodo rimasi sbalordito leggendo i giornali che riportavano ciò

martedì 20 novembre 2012

TRISTEZZA

Ho appena postato l'altro giorno una piccola riflessione sulla sessualità all'O. P. G. che leggo su RaiNews 24 dell'arresto del Cappellano di san Vittore per violenze sessuali su detenuti e concussione approfittando della loro povertà. Una grande tristezza mi invade il cuore.
Da qualche giorno c'era un'altra notizia che portava tanta tristezza, quella del Dottor Belmonte che, mi dicono, prima di essere dirigente sanitario al carcere di Poggioreale era medico all'O. P. G. di Napoli Sant'Eframo, ridotto a barbone e accusato dell'omicidio della moglie e della figlia.
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lunedì 19 novembre 2012

RECITAL TOTO'

Per rientrare nelle spese sostenute per il campo di calcetto dell'O. P. G., la stessa Compagnia che mi ha dato l'imput l'anno scorso si è proposta per il 2 dicembre alle ore 19.30 di offrire un altro spettacolo di beneficenza a "ingresso libero e uscita un pò di meno" nel senso che all'uscita saranno raccolte le offerte a piacere degli spettatori per aiutarci a rimborsare chi ha anticipato la parte amncante dei soldi necessari alla realizzazione del campetto.
Con grande gratitudine e ricordando quanto ci siamo divertiti l'anno scorso, pubblico di seguito la nota di regia sullo spettacolo.
Lo spettacolo RECITAL TOTO’, nasce dal desiderio di conoscere e far conoscere
questo grande comico del teatro Napoli, di cui si scopre di non sapere mai abbastanza.

SESSUALITA'



I ricoverati dell'O. P. G. sono uomini che si trovano confrontati alla loro sessualità. In pratica ci sono gli stessi problemi che si riscontrano in tutte le carceri ma in modalità più soft per via dei psicofarmaci che assumono. Ricordo la prima volta al Reparto Verde di Secondigliano, un giovane detenuto, tossicodipendente, che assumeva anche lui una terapia di tranquillanti: venne a trovarmi abbastanza sconvolto perché sentiva di perdere la sua virilità. Con le terapie più forti che assumono i nostri amici gli effetti sono logicamente maggiori. Malgrado questo, la convivenza in promiscuità alla quale sono costretti – pur con un sovraffollamento contenuto nei confronti di tante altre carceri - non è sempre facile quando certi atteggiamenti o sensibilità di chi condivide con te la cella ti urtano. Anche il lavoro del personale femminile esige quotidianamente dalle operatrici un'impostazione di molto equilibrio e fermezza paziente per farsi rispettare da atteggiamenti talvolta volgari. Niente di eclatante dunque ma anche lì c'è una frontiera sensibile dove la qualità umana di tutti è determinante.
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