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venerdì 27 dicembre 2013

CONVEGNO CAPPELLANI DI CARCERE, DISCORSO DEL PAPA

Non avevo scritto per molto tempo, non perché non fosse successo nulla, anzi.
Per esempio c’è stato il Convegno nazionale dei Cappellani di Carcere che merita svariati Post. Durante questo Convegno così ricco ci è stata concessa un’udienza con Papa Francesco, prima dell’Udienza Generale del mercoledì che, da sola, valeva la pena di partecipare al Convegno.
Ecco quello che ci ha detto Papa Francesco. Meditate gente …
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO NAZIONALE 
DEI CAPPELLANI DELLE CARCERI ITALIANE
Aula Paolo VI Mercoledì, 23 ottobre 2013
Cari Fratelli,
vi ringrazio, e vorrei approfittare di questo incontro con voi, che lavorate nelle carceri di tutta Italia, per far arrivare un saluto a tutti i detenuti. Per favore dite che prego per loro, li ho a cuore, prego il Signore e la Madonna che possano superare positivamente questo periodo difficile della loro vita. Che non si scoraggino, non si chiudano. Voi sapete che un giorno tutto va bene, ma un altro giorno sono giù, e quell’ondata è difficile. Il Signore è vicino, ma dite con i gesti, con le parole, con il cuore che il Signore non rimane fuori, non rimane fuori dalla loro cella, non rimane fuori dalle carceri, ma è dentro, è lì. Potete dire questo: il Signore è dentro con loro; anche lui è un carcerato, ancora oggi, carcerato dei nostri egoismi, dei nostri sistemi, di tante ingiustizie, perché è facile punire i più deboli, ma i pesci grossi nuotano liberamente nelle acque. Nessuna cella è così isolata da escludere il Signore, nessuna; Lui è lì, piange con loro, lavora con loro, spera con loro; il suo amore paterno e materno arriva dappertutto. Prego perché ciascuno apra il cuore a questo amore. Quando io ricevevo una lettera di uno di loro a Buenos Aires li visitavo, mentre ora quando ancora mi scrivono quelli di Buenos Aires qualche volta li chiamo, specialmente la domenica, faccio una chiacchierata. Poi quando finisco penso: perché lui è lì e non io che ho tanti e più motivi per stare lì? Pensare a questo mi fa bene: poiché le debolezze che abbiamo sono le stesse, perché lui è caduto e non sono caduto io? Per me questo è un mistero che mi fa pregare e mi fa avvicinare ai carcerati.
E prego anche per voi Cappellani, per il vostro ministero, che non è facile, è molto impegnativo e molto importante, perché esprime una delle opere di misericordia; rende visibile la presenza del Signore nel carcere, nella cella. Voi siete segno della vicinanza di Cristo a questi fratelli che hanno bisogno di speranza. Recentemente avete parlato di una giustizia di riconciliazione, ma anche di una giustizia di speranza, di porte aperte, di orizzonti. Questa non è un'utopia, si può fare. Non è facile, perché le nostre debolezze ci sono dappertutto, anche il diavolo c'è dappertutto, le tentazioni ci sono dappertutto, ma bisogna sempre provarci.
Vi auguro che il Signore sia sempre con voi, vi benedica e la Madonna vi custodisca; sempre nella mano della Madonna, perché lei è la madre di tutti voi e di tutti loro in carcere. Vi auguro questo, grazie! E chiediamo al Signore che benedica voi e i vostri amici e amiche delle carceri; ma prima preghiamo la Madonna perché ci porti sempre verso Gesù: Ave Maria....
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giovedì 26 dicembre 2013

IL FILM DA VEDERE

sabato 28 dicembre alle ore 19.00 alla Casa Regina Mundi dei Padri della Redenzione in via Umbria, 10 a Melito (sembra di essere a Scampia ma è sul comune di Melito, vicino all' M.D., a 400 m. dal Carcere di Secondigliano) c'è la proiezione del Film "Le Stanze Aperte" girato dentro l'O.P.G. e con gli Internati. Un film che mostra la complessità della malattia mentale e della questione della chiusura degli O.P.G., e la bellezza dei nostri amici.
Ingresso libero. Alla fine ci sarà una colletta per gli Amici dell'O.P.G., sperando che potremo così comprare loro un nuovo calciobalilla. Vi aspettiamo.
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UN JOYEUX NOEL, DAVVERO!

Un Joyeux Noel davvero, un Buon Natale a tutti. Riprendo il contatto con voi dopo troppo tempo, con una buona notizia. Il ragazzo francese di cui vi ho parlato sta finalmente a casa dopo aver fatto quattro O. P. G. (su sei in Italia, è un record) e più dei due anni di misura di sicurezza che gli erano stati inflitti perché, sentendosi male e di passaggio in Italia aveva chiamato un taxi per essere portato in Ospedale, con pienamente l’intenzione di pagarlo. Il tassista, poveretto, vedendolo così stralunato ha esitato molto volendo rifiutare questo cliente che non gli diceva nulla di buono, e il nostro amico ha perso la pazienza e ha strattonato l’autista fuori dal suo veicolo dicendo se è così, lasciami il taxi che ci vado da solo in ospedale…. Due anni di carcere per un malinteso assurdo! Tutto è bene ciò che finisce bene. Il Console francese che aveva preso a cuore questo ragazzo è stato molto felice quando gli ho comunicato la buona notizia.
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