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giovedì 2 febbraio 2012

da "Il Giorno" Domenica 1 novembre 1925: CERIMONIA DI APERTURA DEL MANICOMIO GIUDIZIARIO DI NAPOLI

Di fra' Sereno
Ho trovato incorniciato e appeso al muro dell'ufficio dell'ex Direttore dell'OPG di S. Eframo il foglio del giornale che relata la cerimonia di apertura del Manicomio Criminale di Napoli.
Credo che sia veramente degno di interesse perché rende conto dello spirito di allora e vorrei pubblicarlo sul Blog, assieme a qualche notizia di cronaca che ci da la misura del tempo.
Ecco una prima parte, trascritta con qualche difficoltà perché il foglio è veramente vecchio e la fotocopia non è di grande qualità.

“Il giorno” domenica 1 novembre 1925

Cronaca di Napoli

Un trionfo della criminalogia italiana
Il carcere di s. Eframo trasformato
in Manicomio Giudiziario

Napoli, finalmente, ha visto realizzare per la sagace opera e la ferrea volontà di uno dei suoi figli migliori, 
il prof. Giuseppe De Crecchio, un antico sogno: la creazione di un centro di cultura di patologia sociale.
Era questa per la nostra città, che in fatto di progresso scientifico vanta le più gloriose tradizioni, una lacuna che bisognava assolutamente colmare. Con la istituzione del Manicomio Giudiziario, la scuola medico-legale napolitana si arricchisce di un nuovo possente organismo, di una fonte copiosa di studi e di ricerche, destinata a curare nel senso biologico tutte le malsane manifestazioni del travagliato spirito umano.
Il vecchio carcere di s. Eframo, una volta asilo dei più famigerati delinquenti, è stato oggi trasformato in un luogo di cura dove l’infermo è scrupolosamente sottoposto all’esame della scienza.
Il Manicomio Giudiziario consacrato a Napoli dalla cerimonia di ieri, funziona già dal 1923, epoca in cui fu emanato il decreto di trasformazione e fino ad oggi ha ospitato cinquecentotrentaquattro individui dei quali 392 sono stati riconosciuti infermi e 142 giudicati simulatori.
Per giudicare a pieno la magnifica opera condotta a termine dal prof. De Crecchio sorretto dall’incoraggiamento del Governo Nazionale, è necessario rifare un poco la storia, riandare cioè alla prima idea di queste fondazioni.
La prima idea della creazione di speciali istituzioni sotto il punto di vista biologico criminale in Italia, rimonta alla seconda metà del secolo passato. Una lotta tenace fu condotta da quanti, giuristi, biologi, uomini politici, guardavano fidenti ai nuovi orizzonti, aperti da Cesare Lombroso, Scipio Sighele e Raffaele Garofano e Enrico Ferri alle scienze giuridiche e sociali. Fu una lotta aspra che portò ad una gloriosa vittoria scientifica tutta italiana, anzi, della scuola biologica criminale napoletana. È dovuto infatti ad un tenace assertore delle istituzioni di centri biologici criminali, a Gaspare Virgilio, Professore dell’Ateneo napoletano, se fu possibile tradurre nella pratica ciò che da tempo gli scienziati italiani divulgarono in tutto il mondo: La natura morbosa del delitto.
Fu nel 1874 in fatti che il Virgilio nel congresso di Aversa in seno alla Società di Frenatiatria, svolse l’importantissimo problema sotto tutti i punti di vista, sociale, giuridico, amministrativo. Non pochi alienisti e giuristi avevano fermato e fermarono l’attenzione su di esso: il Tamburini, il Biffi, il Monti, il Bonifiglio, il Carfara, ecc.
Nel 1874 il Direttore generale delle carceri Martino Beltrani-Scalia volle creare in Aversa un Istituto che però fu chiamato “Sezione per i maniaci” e che raccolse i pazzi criminali delle prigioni dell’antica casa penale per invalidi di Aversa. Dopo una serie di progetti per lo spazio di circa trenta anni si potette finalmente avere qualche cosa di concreto e difatti, dopo il felice sperimento della Sezione Speciale di Aversa, già divenuta manicomio Criminale, la Direzione Generale delle carceri italiane istituì nel 1886 un secondo Manicomio a Reggio Emilia ed un terzo a Monte Lupo fiorentino nel 1879.
In effetti i tre istituti non erano sufficienti a contenere il sempre crescente numero di criminali folli, onde nel 1907 si iniziò la costruzione di un quarto manicomio a Barcellona Pozzo di Gotto (Sicilia), inaugurato per volere dell’attuale Governo il maggio scorso mentre dal 1912 funzionava nel carcere di s. Eframo in Napoli una “Sede antropologica e medico –legale” affidata al prof: Giuseppe De Crecchiodla R. Università, che, primo in Italia, a detta dell’ Ottolenghi, potè realizzare i postulati della medicina legale carceraria chè accolse in osservazione i delinquenti indisciplinati o folli, o simulatori delle Carceri Giudiziarie di Napoli.
Ma non bastò ciò. L’opera fattiva dei predecessori e quella di Filippo Saporito direttore superiore dei manicomi Giudiziari del regno, che è stato il vero continuatore del suo eminente maestro, gaspare Virgilio, furono sprone pel raggiungimento di mete più radiose. La sezione antropologica e medico legale delle carceri di Napoli; infatti fu nel 1923 trasformata in infermeria psichiatrica e per merito di S. E: Mussolini il primo luglio del 1923 in vero Manicomio Giudiziario.
È stato questo un altro gran passo dell’ardito programma di riforme, che in questi ultimi anni si vanno attuando nel campo della psico-patologia sociale. Centinaia e centinaia di criminali sono già passati sotto la diretta osservazione dei medici dell’Istituto nel vecchio fabbricato di s Eframo, che non è più un comune luogo di pena ma luogo di custodia, di assistenza, di cura. Gli individui che vi sono rinchiusi sono affidati al medico, il solo  in grado di interpretare sul vero significato  le loro manifestazioni, il solo in grado di prevenirle e di curarle. È questo un problema biologico che offre orizzonti infiniti ma superbi. E se molte difficoltà ci sono bisogna energicamente affrontarle e superarle.
Oggi nei Manicomi Criminali vengono ristretti i pazzi criminali, in senso generico, che sono nel dominio della legge penale (giudicabili) o fuori del dominio di detta legge (condannati. I criminali prosciolti, cioè quelli riconosciuti infermi di mente all’epoca del reato non debbono rispondere delle azioni delittuose commesse, non restano nei Manicomi Giudiziari, ma vengono trasferiti nei manicomi civili. È questa una delle lacune che, al pari di molte altre, deve essere colmata. Il criminale folle, prosciolto, deve rimanere in Sezioni speciali dei Manicomi Criminali e lo stesso è da dirsi delle criminali fole, che oggi vengono pure rinchiuse in speciali sezioni dei manicomi civili.
Che se poi si vuol pensare alle speciali funzioni dei Manicomi Criminali sotto un punto di vista direttamente sociale, nel senso che in esso, non soltanto i criminali folli, ma anche individui incorreggibili devono essere custoditi, allora si vede come ancora insufficiente sia il cammino percorso e che molto ancora si debba fare nell’interesse dell’umanità, della scienza, della convivenza sociale.
GUGLIELMO FUSCO

LA CERIMONIA

Ieri alle ore 9.30 come era stato annunziato ebbe luogo alla presenza delle più alte Autorità Civili e Militari, di una folla di scienziati e di tutto un pubblico numeroso ed eletto, la solenne cerimonia dlla apposizione del “Littorio” sulla facciata esterna dell’ex carcere di s. Eframo che è stato per volere del Governo nazionale trasformato in Manicomio Giudiziario.
La rampa che mena allo Stabilimento era tutta adorna di piante e di festoni che conferivano un aspetto gaio a quel luogo dove si annidano tante sventure.
Di fronte alla porta d’ingresso era stata costruita una vasta tribuna per le Autorità che hanno cominciato ad affluire fin dalle ore 9.

dovrò trascrivervi acora alcuni brani di cui vi do i titoli:
GLI INTERVENUTI

LO SCOPRIMENTO

IL DISCORSO DE CRECCHIO

LA VISITA AL MANICOMIO
Evidentemente è molto espressivo del tempo il Discorso del Direttore Prof. De Crecchio, di clara fede fascista. Divertente è anche qualche pubblicità e notizie del tempo.
Quindi non mancate di seguire le prossime puntate.

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