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lunedì 27 febbraio 2012

26 FEBBRAIO GIORNATA DI PREGHIERA PER I CARCERATI A SAN CASTRESE


Da alcuni anni, su proposta della Pastorale Carceraria, la prima domenica di Quaresima è diventata “Giornata di preghiera per i carcerati”. Al dire del responsabile, don Franco Esposito, la risposta delle parrocchie diventa sempre più bella e corale. Comincia a penetrare nella mentalità dei cristiani che non conviene alzare le mura tra il carcere e il resto della società ma, anche quando queste mura sono necessarie o comunque resteranno, conviene abbassarle, creare dei ponti tra l’una e l’altra “città”  (per riprendere l’espressione felice  del titolo del mensile ufficiale del personale delle carceri: “Le due città”. Infatti il carcere ha molte caratteristiche di una città “diversa”, con una organizzazione completa sul

 piano materiale e regolamentare).
Quest’anno ho voluto che a tutte le messe della parrocchia di s. Castrese ci fosse la testimonianza di un operatore o volontario dell’O. P. G.. San Castrese è una parrocchia molto estesa e anche popolata, per cui ci sono, oltre la chiesa parrocchiale, altre 5 cappelle. Una di esse, la chiesa di santa Maria della Cintura, accanto al Cimitero, ha 4 messe la domenica. Dovevo coprire 13 messe tra il sabato sera e la domenica.
È stato l’occasione di coinvolgere i volontari che mi aiutano per la messa all’O. P. G., ma anche il Direttore, il Direttore sanitario e una Psichiatra (che vediamo sulle due foto), un’Educatrice, due Medici, tre membri della Polizia Penitenziaria, una Riabilitatrice. Avrei voluto alcuni infermieri che non hanno potuto venire. Avrei voluto alcuni operatori sanitari ausiliari (O.S.A.) che forse hanno rifiutato per paura di non sapere parlare. Eppure sono persone molto vicine nel quotidiano ai degenti e sono certo che la loro testimonianza sarebbe stata molto efficace. Non c’è bisogno di fare discorsi elevati, talvolta l’emozione e la semplicità che accompagnano la testimonianza dell’esperienza vissuta ne aumentano l’efficacia. Una volontaria ha ricordato un’esperienza quando faceva volontariato nel carcere “normale”. Aveva il terrore che qualcuno dei detenuti le confidasse di aver ucciso. Non sapeva come avrebbe potuto reagire. Un giorno questo è avvenuto e malgrado la voglia di scappare, di piangere, è stato un momento forte di preghiera e di presenza del Signore: il detenuto non si è accorto della reazione interiore della volontaria, si è sentito accolto e ha continuato a cercarla con fiducia, lei si è sentito visitata dal Signore che le ha dato di superare questa soglia che le incuteva tanto timore. Ho visto  che questa testimonianza arrivava dritto al cuore della gente che stava nell'Assemblea.
Penso che potrò darvi sul blog testimonianze dei diretti interessati. Io ho potuto ascoltarne di persona 7 su 13 e ho ringraziato il Signore. Era come un mosaico che si componeva davanti a me. Gli interventi erano tutti molto interessanti anche per me, come un dialogo che si approfondisce con persone con le quali lavoro da tempo. Dalle reazioni dell’assemblea e da qualche dialogo personale so che la nostra iniziativa è stata gradita e utile.

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