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martedì 11 dicembre 2012

PROSSIMA EMERGENZA: LA SALUTE MENTALE? COSA FARE?

pubblico un testo preparato per una riunione di preti: 
Quando incontro un nuovo ospite della nostra struttura, mi chiedo: “come ha fatto ad arrivare qui?”, e: “cosa si poteva fare per evitare che ciò succedesse?” Infatti, una prima verità è che non si nasce pazzi, lo si diventa, anche se ci sono predisposizioni neurologiche e ambientali.

Intanto vedo affacciarsi per il futuro prossimo una vera emergenza malattia mentale con risvolti di pericolosità sociale. Ce lo conferma ogni giorno la cronaca. Questa nuova emergenza è figlia di altre emergenze che ben conosciamo: crisi della famiglia, dei valori, della politica corrotta che sottrae risorse al sociale, dell'uso diffuso di droghe, ecc.
Abbiamo tra i nostri ospiti alcuni casi di persone che per l'assunzione prolungata di droghe non reagiscono più agli psicofarmaci che potrebbero calmarli e attenuare la loro sofferenza, o non possono prenderli in dosi sufficienti per patologie provocate da comportamenti scorretti passati, per esempio sono infartuati. Non poter assumere le terapie significa non potere impostare un corretto programma di riabilitazione psichiatrica o socio educativa.

Senza escludere la possibilità di eccezioni, un primo motivo per cui un bambino crescendo sviluppa una patologia mentale è perché è stato male amato durante l'infanzia. In modo classico: traumi e violenze di ogni genere subiti in famiglia o altrove, disgregazione della famiglia, abbandono, adozioni vissute male, ecc., oppure perché viziato: eduzione senza regole né valori, senza punti di riferimento, abituato a seguire l'impulso del momento, la soddisfazione immediata.

La parrocchia, le comunità educative fanno molto e possono fare molto di più ancora perché un ragazzo borderline non attraversi il punto di non ritorno dello squilibrio psichico, oppure perché una famiglia non si arrenda di fronte alle difficoltà del suo compito educativo. Anche se i risultati apparenti non sembreranno molto soddisfacenti, Dio vede e si salvano veramente vite dando attenzione e amore sani a questi bambini e adolescenti.

Si diventa pazzi ancora perché manca il baluardo della fede che permette di affrontare pressioni psichiche molto forti. San Giovanni della Croce dice che “se uno entra nella notte oscura della fede, anche se è affetto da “melancholia” (pazzia), guarisce. … e la sua anima è tutta sana perché è tutta agita dall'amore”.
Sappiamo che alcuni Santi avevano problemi psichici. La fede vera, anche se ancora imperfetta, opera una profonda guarigione psichica oltre che spirituale. Se permette di guarire, a maggior ragione permette di non cadere nella malattia. Non mi sembra di aver trovato tra i miei amici internati persone con una fede ben strutturata. Avere cultura religiosa non significa avere fede. Chi ha una fede radicata e viva, sana, non sta all’O.P.G.

Vorrei quindi sottolineare quanto è importante proporre a tutte le età, in particolare durante l’età evolutiva, percorsi di fede molto seri che offrano l'occasione di un incontro profondo, non superficiale, con Dio in Gesù Cristo, e di un cammino sapienziale con la Scrittura, di entrare nell’obbedienza della fede, superando il sentimentalismo della fede.

È sicuramente difficile perseverare con il ragazzo che non capisce bene, è sempre chiuso, poco docile, eppure so che per i miei malati che hanno ricevuto di più come vera esperienza spirituale, non è stato invano: sono diversi dagli altri. 


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