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sabato 23 febbraio 2013

"UNA VIA D'USCITA": SUPERAMENTO DEGLI OPG

Do volentieri eco ad una notizia ricevuta:Mercoledì 6 marzo ore 10 
Milano - Sala Buozzi della Camera del Lavoro metropolitana (Corso di Porta Vittoria, 43)

Presentazione alla presenza dell'autore di:
 
“UNA VIA D'USCITA”
Per una critica della misura di sicurezza e della pericolosità sociale.
L'esperienza dell'ospedale psichiatrico giudiziario nello stato di Minas Gerais (Brasile)
di Virgílio de Mattos  

UN LIBRO CHE COSTITUISCE UN IMPORTANTE CONTRIBUTO AL DIBATTITO, QUANTO MAI ATTUALE IN ITALIA ALLA LUCE DELL'IMMINENTE “SCADENZA”, CHE SI È APERTO SULLE STRATEGIE PER SUPERARE LA VERGOGNA DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI. SI INTITOLA “UNA VIA D'USCITA. PER UNA CRITICA DELLA MISURA DI SICUREZZA E DELLA PERICOLOSITÀ SOCIALE. L'ESPERIENZA DELL'OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO NELLO STATO DI MINAS GERAI” DI VIRGÍLIO DE MATTOS (EDIZIONI ALPHABETA VERLAG DI MERANO) E ARRICCHISCE LA “COLLANA 180 - ARCHIVIO CRITICO DELLA SALUTE MENTALE” DIRETTA DA PEPPE DELL’ACQUA, NICO PITRELLI E PIER ALDO ROVATTI ENTRATA NEL MERCATO EDITORIALE NEL MARZO DEL 2011 COME PUNTO DI COAGULO E DI CONVERGENZA DELLE PROPOSTE DEL MONDO DELLA SALUTE MENTALE. 
____ Se ti va lasciaci un commento nell'apposito spazio qui sotto. Grazie

1 commento:

  1. A Beautiful Mind è un film che esprime, a mio parere, la profonda verità su ciò che è la malattia mentale. Ci sono in esso alcune scene in cui il protagonista, John Nash, riesce a ragionare sulla propria follia. Nash comprende che quella bambina, per lui così reale e che conosce da sempre, è un'allucinazione perché “non cresce mai”.
    Questo è il problema: riuscire a spezzare il processo d'identificazione con quel mondo nel quale la malattia vuole portarti e che si esprime attraverso i fenomeni dissociativi.
    In questo le medicine servono solo come un'ancora a cui aggrapparsi, momentaneamente, nei momenti di crisi.
    Le medicine sono stampelle a cui appoggiarsi quando camminare fa troppo male (Ma chi può conoscere qual'è la propria soglia di dolore?).
    Devo dire che troppi medici, avendo una visione un po' meccanicistica dell'essere umano, hanno fiducia solo nelle medicine-stampelle.
    Personalmente concordo con quella bella poesia di Brecht in cui il”gran medico” rompe sulle spalle del malato le sue stampelle, gli impone di liberarsene e di camminare senza il loro aiuto.
    Per coloro che non rammentassero questo scritto di Brecht, lo riporto qui di seguito.

    Le grucce
    Bertolt Brecht

    Per sette anni non mi riuscì un passo.
    Quando fui dal gran medico, lui
    m'ha chiesto: "Perchè queste grucce?"
    E io: "sono storpio", gli ho detto.

    E lui: "non c'è da stupirsi.
    Fa' una prova, per cortesia!
    Son questi arnesi, a storpiarti.
    Va', cadi, striscia a quattro zampe".

    Ridendo come un mostro
    le mie belle grucce mi prese,
    sulla schiena me le spezzò,
    ridendo le scagliò nel fuoco.

    Come sia, son guarito: cammino.
    Una risata m'ha guarito.
    Solo, a volte, se vedo stampelle,
    cammino male per alcune ore.

    Eh, quanto è difficile permettere agli altri di trovare la loro libertà!
    Ho la convinzione che l'esistenza dei “manicomi” e degli O.P.G. sia conseguenza più delle paure dei “sani” che dell'effettiva pericolosità dei “malati”.

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