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domenica 10 febbraio 2013

LEGGE MARINO, UN CAMMINO DI LIBERTA'?

Appena arrivato all’O. P. G. ho detto al Cardinale che mi aveva mandato in questo mondo così nuovo per me malgrado anni di volontariato in carcere "normale": “bisogna fare un’azione legislativa”. Mi ha guardato con uno sguardo che credo essere stato lo sguardo dell’uomo di azione abituato a valutare le cose dal loro lato pratico e che voleva dire: “ Avrai pure ragione ma prima che il Parlamento si muova su questo campo!...” Aveva ragione lui! anche se il Parlamento ha fatto questo miracolo di occuparsi di 1500 internati ospiti degli O. P. G., ma questo interesse non è andato oltre le condizioni esterne di trattamento e non è arrivato a toccare i principi che reggono lo statuto giuridico dei nostri amici.
Era possibile fare di più?
Credo di sì, con una visione più profonda del problema, anche se bisogna riconoscere che gli ostacoli erano forti e che per "obbligare" il Parlamento a mettere in calendario una legge a favore di questi "ultimi" tra i cittadini, era necessario metterla sul lato di una drammatizzazione emotiva che arrivi alla pancia e non solo alla ragione. Sono italiano ufficialmente da soli tre anni anche se "napoletano" da trenta e mi rendo conto che in Italia, fino ad ora, ribellarsi al fatto che degli-innocenti-stiano-in-carcere-per-legge non suscita grandi eco, come non disturba più di tanto che dei condannati siedano in Parlamento. In qualunque altro paese sviluppato dell'Occidente non sarebbe proprio ammissibile che uno semplicemente rinviato a giudizio sia ancora ministro. Ogni popolo, nessuno escluso, ha i suoi pregi e difetti, anche quelli che gli costano estremamente caro e possono portare al suicidio collettivo. Non significa che non si possa cambiare. Ma il cammino verso la libertà è lungo. La prima tappa anch'essa assai lunga è la presa di coscienza, il cambiamento culturale. Basta ricordare come la proposta “Marino”, pur essendo in fondo, ovvia, tanto da peccare solo per i suoi limiti, per la sua mancanza di audacia, per cui pensavo che sarebbe stata accettabile per tutti o criticata solo perché troppo timida, ha suscitato, invece, immediate e forti polemiche da parte di molti, soprattutto dello schieramento avversario a quello del Senatore Marino, Lega Nord in particolare. Eppure la Commissione parlamentare da lui presieduta era largamente trasversale politicamente e unita nella ricerca di un miglioramento della condizione degli ospiti degli O. P. G. Purtroppo sappiamo quante difficoltà incontra il lavoro politico perché troppo spesso, in particolare su argomenti sensibili, non c’è spazio per un ragionamento sereno e costruttivo ma ci sono prese di posizione a priori contro l’avversario politico. E il tema dei detenuti e delle carceri è uno di questi argomenti sensibili dove si cerca di sfruttare le paure e il senso di giustizia viscerale dei cittadini, talvolta di vendetta, per immediata ricerca di consensi. Tutto questo non costruisce l’Italia, ma tant’è.



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