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martedì 27 marzo 2012

BARATTO E GUFFI

Come in tutte le carceri, all’O. P. G. i nostri pazienti non maneggiano denaro. Alla pari delle altre carceri le entrate, da vaglia o da deposito in contante da parte delle famiglie per esempio, o da altre fonti, sono depositate su un conto corrente nominale tenuto dall’amministrazione. Per le uscite si scala il conto corrente secondo le compere effettuate tramite il servizio spesa.
Questo procedimento ha due vantaggi:
 facilitare il controllo a fini di sicurezza e salute su ciò che entra in carcere ed evitare a qualcuno la tentazione di rubare il denaro di un altro ristretto.
Ha chiaramente anche degli inconvenienti, ma il punto di oggi è un altro: gli scambi di merce o “com-mercio” esiste da molto prima dell’invenzione del denaro. E se, essere poco equilibrato mentalmente non significa essere stupido, di fronte all’attività umana fondamentale che chiamiamo commercio alcuni si rivelano molto capaci e talvolta scaltri, alti meno e perfino facilmente vittime dei raggiri degli altri.
C'è tutta un’attività di scambio fondamentalmente benefica e divertente da osservare che si sviluppa tra i ricoverati. Il personale, invece, ne è escluso, anche lì per ragioni facilmente comprensibili, fino al punto di non poter portare nulla all’interno dell’O. P. G. che non sia ad uso personale. Tranne qualche pacchetto di sigarette per i ricoverati che ufficialmente rimangono per il consumo proprio anche di chi, notoriamente, non fuma, se un infermiere o un’OSA vuol regalare qualcosa ad un internato spesso passa tramite il cappellano.
Le attività di scambio tra degenti devono essere vigilate per evitare abusi a scapito dei più deboli. Una merce che appunto, pur non essendo l’unica, fa oggetto di scambio oltre che di liberalità tra loro, sono le sigarette. E quando qualcuno si trova in astinenza può accettare dei termini di scambio molto sfavorevoli, fino a due per uno. Così che alcuni al momento della spesa comprano quasi esclusivamente per rifondere i loro debiti che vengono chiamati GUFFI.
Vedo bene anche quando do le radioline di Radio Maria o altre cose di un valore, almeno soggettivo, un po’ più elevato, quando qualcuno ritorna dopo pochi giorni e mi chiede un’altra Radio, - “perché quella che mi hai dato non funziona bene, si è rotta, me l’hanno rubata”, posso pensare che è stata scambiata per sigarette o altro. E quindi, anche per aiutare la mia memoria fallace, tengo tutta la contabilità su un foglio excel, e rifiuto di ridare una nuova radiolina. Purtroppo, qualcuno se la sarà fatta veramente rubare…

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