Ormai è evidente a tutti che la “legge Marino” di chiusura degli O. P. G. che ha avuto il merito di porre all’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità competenti un problema vero, è una legge parziale come è stato parziale l’approccio al problema da parte della “Commissione Marino”.
Il tono delle informazioni date dai vari Tg e da altre trasmissioni di approfondimento in questi anni è mutato profondamente: siamo partiti dalla “scoperta dei Presidi Lager” e da un discorso alquanto ostile verso il personale in generale degli O. P. G. composto da "persone disumane". Si esaltava la grande lotta contro la barbarie degli O. P. G.. Oggi tutto è volto a presentare in modo forse meno ideologico il problema (oppure con una ideologia diversa, cioè volta a giustificare come sa fare eccellentemente la politica il mezzo fallimento di questa iniziativa) adesso che si scontra con le difficoltà reali della sua applicazione.
Ripeto che l’iniziativa della Commissione parlamentare nazionale per la Salute presieduta dal Senatore Marino ha corrisposto ad un problema reale e non piccolo che meritava l’attenzione della comunità nazionale e in particolare di chi è incaricato di fare le leggi. E questa sensibilità mi è sembrato e mi sembra tuttora una cosa positiva. Ma il problema “risolto” dalla legge non è il vero problema o, detto meglio, non è il problema di fondo. Il problema di fondo, dal mio punto ddi vista è la riforma della misura di sicurezza.
Svilupperò la mia opinione su questo punto in prossimi post.
Sopra una foto del pranzo dell'Anno scorso offerto alla mensa della Curia a un gruppo di internati. Non era il menù abituale della Curia, anzi, era talmente buono che uno dei nostri amici, pensoso davanti al suo piatto ha detto: "Ma è proprio buono, mi voglio fare frate!" Non riuscendo a fargli capire che il Cardinale ci aveva riservato un trattamento speciale ho dovuto dirgli che in convento non si fumava. Così finì la sua vocazione...
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