I membri delle forze dell’ordine sono quasi tutti
battezzati, anzi, la maggior parte sono iscritti nei registri della Chiesa
Cattolica. Molti sono pure davvero credenti. C'è un vantaggio ad essere
credenti quando si fa parte delle forze dell’ordine? Certamente, anzi, molti
vantaggi perché come scrive Papa Francesco nell’Enciclica “Lumen Fidei” (“Luce
della Fede”) pubblicata in questi giorni, la Fede è una luce che illumina tutte
le dimensioni dell’esistenza dell’uomo unificandone i vari aspetti e
permettendogli di fare della sua vita un cammino positivo. “Chi mi segue non
cammina nelle tenebre” dice Gesù nel Vangelo secondo Giovanni. Ma veniamo ad
aspetti più particolari alla vita di chi indossa una divisa: la legalità e le
pistole.
Indossando una
divisa diventi custode della legalità: La devi far applicare e tutti si
aspettano che tu sia una persona esemplare nel rispettarla. Diventi un po’ come
noi sacerdoti che dobbiamo testimoniare un messaggio con la predicazione e
anche, inscindibilmente, con il comportamento. Una differenza importantissima è
che uno diventa sacerdote perché chiamato da Dio e la vocazione porta con sé la
grazia idonea al ministero da compiere. Invece puoi entrare nella polizia solo
per lo stipendio, per esercitare un mestiere. È vero che molte “guardie”,
specie se cristiani, hanno una vera vocazione da Dio a far il poliziotto, oltre
che a lavorare per sostentare la propria famiglia. In ogni caso siamo sicuri
che Dio dona a ciascuno le grazie necessarie per compiere il suo “dovere di
stato”, in quel caso appunto tutto ciò che comporta l’essere membro delle forze
dell’ordine. I poliziotti cristiani ne sono consapevoli e
questo è un grande aiuto nel loro difficile mestiere. Ma il cristiano
cosciente nel vivere la sua fede sente che deve testimoniarla con
una condotta che sia anche delicata riguardo al rispetto della legalità. Prendo
un esempio banale: il codice stradale. Il codice stradale è un bene comune di
tutti, è un fondamento del buon vivere civile per quanto riguarda la viabilità
ed è indispensabile per la sicurezza, l’incolumità delle persone, non solo
quella dei veicoli. Se un membro delle forze dell’ordine non conosce il codice
stradale o trascura di rispettarlo quando sta alla guida manda un pessimo
messaggio a un popolo come quello napoletano che è così confuso per quanto
riguarda la legalità e il bene comune, e così facilmente permaloso quando viene
richiamato al rispetto delle regole: aumenta la confusione o fa capire a tutti,
specie ai giovani, magari involontariamente, che chi può farla franca non è
tenuto a rispettare le leggi. Nel caso contrario, rispettando la legge, fa
amare il bene comune, diventa un vero educatore del popolo e aumenta la
credibilità del corpo al quale appartiene e degli atti di mantenimento
dell’ordine perfino gli atti di repressione. Diventa “lievito nella pasta” per
dirlo in senso cristiano. I nostri internati percepiscono subito quando un comportamento è limpido e sincero e si sentono confortati.
Pistole:
carabinieri, poliziotti di stato, poliziotti penitenziari, guardie giurate, hanno
il porto d’armi. Ora, quasi ogni giorno, la cronaca ci riporta il caso di una “guardia”
che ha usato la sua pistola contro famigliari, e/o contro se stesso. Cioè mentre,
ed è meno male!, i casi di abuso o di leggerezza nell'uso delle armi in
servizio possono dirsi inesistenti, troppi fatti negativi avvengono nella sfera
privata, delle relazioni private. Infatti per i Corpi dello Stato la formazione
all'uso in servizio delle armi della giovane recluta è completa e dona ogni
garanzia auspicabile. Ma nel campo delle relazioni private, il poliziotto
dimentica spesso tutto questo e ritorna un uomo della sua generazione, con,
come solo criterio, il proprio cammino spirituale e umano. Non ha
interiorizzato abbastanza i valori che gli sono stati insegnati per la sua vita
professionale. Ma il punto delicato è che a differenza degli uomini normali lui
ha una pistola a casa. E la gelosia o il senso di fallimento personale si
rivelano più difficili da gestire dell’ordine pubblico!
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_vZRME4dBLWwpobTCkXW2K6-GBwbq-vrtOin3mHO_PrzhzhdlinPe6aD-nyJ5GmUfYHhEfSAxYgn8yHkz6zhxNKFVD8Ql8_GwgNQIwf99fwCqXu8ZMEmUQtABSKoPTmsbP2qQ68CmV9A/s320/230520132308.jpg)
Proprio in questo campo l’apporto della fede cristiana può
essere molto prezioso, può salvare la vita di chi crede e di chi riceve la sua
testimonianza. Credo che oggi un compito particolare dei cristiani nelle forze
dell’ordine sia di essere attenti a questi punti e di essere, più che mai “lievito
nella pasta” in mezzo ai loro colleghi. Oltre al baluardo dei Comandamenti (V°:
Non uccidere!), i cristiani ricevono dalla loro fede un aiuto preziosissimo per conoscere il proprio cuore, le proprie tentazioni di
violenza. Ma devono
essere consapevoli che non c’è nessun tocco magico: l’interiorizzazione dei
valori rimane sempre un cammino intimo personale, un’avventura affascinante e mai
scontata._
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