Come ormai tutti sanno gli O. P. G. “sono chiusi” già dal 31
marzo 2013, cioè più di un anno fa. La prima proroga è scaduta il 31 marzo 2014
e il presidente Napolitano ha rifiutato di firmare la proroga triennale come
gli era stato chiesto ma solo fino al 2015. È evidente da parte sua l’intenzione
di spingere tutti a tener fede all’impegno di superamento degli O. P. G., senza,
penso, farsi illusioni sul fatto che ci saranno altre proroghe.
Il problema della malattia mentale sul piano sociale e della
riabilitazione è troppo complesso perché questa nostra società e questa nostra politica, così come sono, riescano a fare
diversamente. Però il non adagiarsi, il non rassegnarsi, il non essere complice
è già importante.
Ribadisco però, parlando della realtà che vedo a Napoli, senza impegnarmi
per altre realtà, che se il concetto stesso di O. P. G. è proprio folle perché condanna al carcere persone dichiarate ufficialmente innocenti penalmente, e
se la tutela giudiziaria appesantisce troppo spesso il percorso di questi nostri
amici, da un altro lato, l’istituzione
pubblica servita da “corpi” (polizia penitenziaria, sanità nazionale, impiegati
statali) ha dei vantaggi, assicurando una professionalità sulla quale è
possibile contare, aldilà delle qualità dei singoli.
È ovvio anche, e Napoli lo
testimonia, che l’impegno e il cuore dei singoli operatori incide molto sulla
realtà concreta.
L'effetto positivo della legge di chiusura è un'attenzione nuova ai casi di lieve pericolosità sociale e la possibilità di mettere in comunità o di far tornare a casa molti che, anni fa, sarebbero rimasti dimenticati in O. P. G. Credo che si possa dire che l' "ergastolo bianco" non esiste più.