Come già detto Daniele
si è tolto la vita all'inizio di giugno. Un paio di mesi fa mi era arrivato un testo del cappellano
dell’O. P. G. di Reggio Emilia che riporto sotto. Leggendolo sono stato colpito
dai gesti del vescovo, fatti lontani dai riflettori. Quando il vescovo Massimo si china davanti al blindato per stare
allo stesso livello di un internato senza gambe ho pensato a Daniele. Daniele aveva
le sue due gambe ma abitualmente si affacciava alla porta della cella accovacciato
dietro il blindato. Anche noi cappellani ci chiniamo davanti ai blindati, e io,
perché sono all’O. P. G., ho l’occasione di farlo fisicamente sapendo che quell’uomo
accovacciato nella su smorfia è Gesù stesso. Devo sicuramente farlo di più e
meglio. Spero che il Signore veda il poco che ho fatto in senso positivo e non
dalla parte di ciò che manca e come ho affidato Daniele alla Sua misericordia mi
affido alla misericordia di Daniele-Gesù per ciò che non ho fatto per lui.
Riceviamo da Don Daniele Simonazzi - O.P.G. Reggio
Emilia