IN ASSENZA DELLA RIFORMA DEL CODICE ROCCO, SE SI CHIUDONO FISICAMENTE GLI OPG SI RIAPRIRANNO I MANICOMI, CIOE' LE NUOVE STRUTTURE VANTATE DA MARINO NON SARANNO ALTRO CHE I VECCHI MANICOMI DI UNA VOLTA, COME DIRE, DALLA PADELLA ALLA BRACE.
(Questa mattina è tornato un nostro vecchio amico andato in comunità l'anno scorso. Mi aveva telefonato meno di una settimana fa. Anche se riconosce tutti l'ho trovato molto peggiorato durante il suo periodo in comunità. Non è assolutamente un'accusa ad alcuno, né un vantare il nostro lavoro all'OPG di Napoli. Costato solo, e con rammarico, che affrontare il problema della malattia mentale non è poi così tanto facile.)
Report dell’incontro straordinario del Comitato Nazionale e dei Comitati Regionali di stopOPG - Roma, 5 marzo 2013
* Erano presenti, oltre a rappresentanti del comitato
nazionale, quelli di undici comitati regionali (Abruzzo, Lombardia, Toscana,
Bolzano, Puglia, Lazio, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Marche,
Emilia Romagna), erano assenti giustificati quattro comitati regionali (Veneto,
Piemonte, Campania, Trento). Sono intervenute le parlamentari Margherita Miotto
(deputata) e Nerina Dirindin (senatrice). Mentre l’on. Paolo Fontanelli
(responsabile Salute del PD) aveva comunicato l’impossibilità a partecipare
assicurando però la disponibilità ad interloquire con stopOPG. Analoga
disponibilità per SEL è stata espressa con una lettera dal Presidente Nichi
Vendola. Erano presenti anche giornalisti inviati di RaiNews24 e di Avvenire.
* Stefano Cecconi, Mariagrazia Giannichedda, Sergio Moccia,
Antonella Morga, Laura Stopponi, Antonietta Di Cesare, Roberto Loddo, Tiziana
Gon, Gisella Trincas, Alessandro Sirolli, Macio Fada, Denise Amerini, Giovanna
Del Giudice, Margherita Miotto, Giorgio Bignami, Virgilio De Mattos, Lorenzo
Toresini, Nerina Dirindin, Giuseppe Insana, Daniela Pezzi, Cesare Bondioli
* All’incontro è intervenuto anche Virgilio De Mattos, autore
del libro “Una via d'uscita (per una critica della misura di sicurezza e della
pericolosità sociale) - ed Alfabeta, che ha raccontato l’ esperienza
dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario nello Stato di Minas Gerais.
Gli OPG non sono aboliti
. E’ stata ribadito che gli OPG, in assenza di una modifica
del codice penale Rocco - in particolare degli articoli 88 e 89, che,
associando “follia” ad incapacità di intendere e di volere e a “pericolosità
sociale” stabiliscono un percorso “parallelo e speciale” per i malati di mente
che commettono reati e sono socialmente pericolosi- non possono essere aboliti.
Così anche nel caso di apertura delle nuove strutture residenziali sanitarie,
previste dalla legge 9/2012, che andranno ad accogliere persone in misura di
sicurezza, non potremo parlare di abolizione dell'Opg. In ambedue i casi si
mantengono istituzioni “speciali” per gli autori di reato malati di mente,
fondate sulla persistenza del binomio cura e custodia, proprio del manicomio.
stopOPG continua dunque la sua campagna per l’abolizione
degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
E’ stato anche detto che l’abolizione degli istituti
giuridici alla base dell’OPG, dovrà garantire ad ogni persona malata (malata di
mente nel nostro caso), detenuta o no, di ricevere idonea assistenza sanitaria
(che attualmente in carcere è insufficiente se non spesso negata). . Si
ripropone quindi il tema del diritto all’assistenza sanitaria in carcere e
sopratutto l'applicazione di misure alternative alla detenzione, o alla misura
di sicurezza detentiva, per assicurare le cure.
Ritardi e contraddizioni nel processo di superamento degli
OPG
. Gli interventi dei comitati regionali hanno testimoniato
come il processo di superamento degli OPG sia in ritardo (è ciò è ammesso dalle
stesse Regioni) e ancora insoddisfacente:
o Non è stata completata la presa in carico delle persone
internate da parte dei DSM e quindi non sono stati presentati i Progetti
Terapeutico Riabilitativi individuali. Progetti di presa in carico finalizzata
alle dimissioni, con il ritorno al proprio domicilio o, se necessario, con
l'accoglienza della persona in piccole strutture o comunità. Progetti che
favoriscono la anche l’esecuzione delle misure di sicurezza alternative all’OPG
(come prevedono le due sentenze della Corte Costituzionale del 2003 e del
2004).
o In particolare non è stata attuata in maniera forte e
significativa la presa in carico e la dimissione dei c.d.
"dimissibili", per eliminare le numerose “proroghe” disposte dalla
Magistratura proprio perché manca un progetto di presa in carico da parte dei
Dsm. L'attuazioni di tali dimissioni avrebbe portato con certezza alla chiusura
di alcuni Opg.
o Tutta l’attenzione di Governo e Regioni è stata invece
rivolta alle nuove strutture speciali (destinate a sostituire gli attuali OPG).
Diverse regioni hanno presentato progetti per grandi strutture (da 40, 60
posti, con l’accorpamento delle strutture a 20 posti previste dalla legge) e
con una “finalità e caratteristiche di custodia”. Ecco perché diciamo che
“chiudono gli OPG e riaprono i manicomi”. Le “strutture”, che dovrebbero essere
la soluzione di ultima istanza e residuale, diventerebbero se non l’unica, la
principale risposta. Questa è la principale critica rivolta alla legge 9/2012:
aver sostenuto come priorità la creazione di strutture in cui eseguire la
misura di sicurezza (anziché dare forza ed esigibilità alle misure
alternative).
o Sembra che sulle dimissioni di persone dagli Opg si stia
attuando in alcune regioni un business da parte del privato, quando invece
serve un ruolo centrale del DSM pubblico, che decide le soluzioni assistenziali
più appropriate per la persona, avvalendosi anche di strutture private
accreditate se coerenti con il progetto terapeutico individuato. O
Troppo poco ancora
vengono dalla magistratura giudicante applicate le misure alternative alla
misura di sicurezza in OPG (come prevedono le due sentenze della Corte
Costituzionale del 2003 e del 2004), con invii quindi di nuovi internati in
Opg. o Tutte le regioni hanno peraltro sottolineato la gravità in cui versano i
servizi di salute mentale, impoveriti di risorse, accorpati, con una pratica
per lo più ambulatoriale e di tipo medico farmacologica.
o E' stata espressa la necessità di interventi presso le
regioni per il rafforzamento e la qualificazione dei Dipartimenti di salute
mentale
o E' stata espressa l’esigenza di una revisione della legge
9, soprattutto per dare priorità e strumenti al “sistema di misure alternative
all’internamento”, previsto dalle vigenti norme e dalle richiamate sentenze
della Corte Costituzionale (anche se il quadro politico non depone a favore di
interventi legislativi immediati).
Cosa succede dal 31 marzo 2013 ?
. Al 31 marzo 2013 - data limite imposta dalla legge 9/2012
- quasi sicuramente non chiuderanno gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Così
continueranno a rimanere negli Opg gli attuali internati ed internate, oltre
mille persone (i dati sono assolutamente imprecisi: oscillano dal 1.100 ai
1.400 a seconda delle tipologie di “internamento” che vengono considerate). E
come si comporteranno i magistrati ? Sarà lecito per il magistrato provvedere
all'invio (o prorogare l’internamento) in Opg di una persona in misura di
sicurezza? Molti sostengono che sarà illecito.
. Dato che nessuna proroga – pur richiesta dalla Conferenza
delle Regioni - è stata ancora decisa, si rischia lo “scaricabarile” tra
Governo e Regioni, con pericolose soluzioni “improvvisate” che rischierebbero
di peggiorare l'attuale situazione. . E' stato ribadito che:
o l’esecuzione di misure di alternative all’internamento e
alla detenzione sono possibili se i servizi di salute mentale del territorio di
provenienza (residenza) della persona internata intervengono attivamente. Per
chiudere gli Opg bisogna offrire - e sostenere - buoni servizi per la salute
mentale nel territorio. Come peraltro dichiara la relazione conclusiva della
Commissione parlamentare d’inchiesta sul SSN sui servizi di salute mentale
(presidente Marino). Servono risorse per il SSN e scelte forti di Regioni e
Asl.
o le risorse “aggiuntive” destinate dalla legge 9/2012 per
superare gli OPG e già ripartite tra le regioni siano affidate ai Dipartimenti
di Salute Mentale per la presa in carico e i Progetti individuali (budget di
salute).
o è necessario verificare che le regioni presentino al
Ministero della Salute i programmi di utilizzo di queste risorse, per
assicurare la presa in carico e i Progetti individuali, finalizzati
prioritariamente all’alternativa all’OPG (si tratta dei finanziamenti correnti:
38 milioni per il 2012, altri 55 milioni dal 2013, e dei finanziamenti in conto
capitale: 178 milioni di euro).
o sarebbe inaccettabile, una vera e propria beffa, se questi
finanziamenti fossero utilizzati per aprire in ogni regione “miniOPG” o
manicomi regionali in cui internare di nuovo i malati (magari chiudendoli in
cliniche private). o di fronte a questa situazione, ferma restando la
previsione costituzionale (ribadita anche dalla legge 9) di esercitare i poteri
sostitutivi dello Stato verso le Regioni inadempienti, si conferma la richiesta
di stopOPG di costituire un’Autorità “Stato Regioni” ad hoc sugli OPG, dotata
anche di poteri sostitutivi, come accadde per chiudere i manicomi.
Continua la mobilitazione di stopOPG
Le iniziative nel prossimo periodo dipenderanno naturalmente
anche da come evolve la situazione (considerato anche il quadro politico dopo
le elezioni !): ci sarà una decreto di proroga secca del termine del 31 marzo
2013? oppure si adotteranno soluzioni “transitorie”: es. proroga finalizzata
con “cronoprogramma”? Oppure peggio: appalto delle strutture miniOPG a
privati?
In ogni caso si è detto:
1. di far uscire un nuovo comunicato/lettera aperta di
stopOPG, che riepiloga posizione e proposte.
2. stopOPG proseguirà le azioni per interloquire con:
parlamentari, governo, conferenza delle regioni, forze politiche, ecc. Idem da
parte dei comitati regionali con i loro interlocutori. Particolare attenzione,
soprattutto vista l’incertezza della situazione, sarà rivolta alla
magistratura.
3. StopOPG parteciperà al prossimo Forum Salute Mentale
(Roma 20, 21 marzo) che dedicherà una sessione agli OPG: sarà questa una
concreta occasione di mobilitazione
4. stopOPG intende organizzare a maggio una “mille miglia
per la salute mentale” (titolo provvisorio), con tappe nelle città (anche sede
di OPG). Sarà presentata una proposta, da valutare in base alla sostenibilità
finanziaria (sulla base dell’ipotesi illustrata da Macio Fada).
5. grazie al contributo del prof. Moccia, sarà elaborato un
VADEMECUM con raccomandazioni e suggerimenti per prevenire e far cessare
l'internamento in OPG e contrastare gli abusi, quali ad esempio la contenzione.
Anche sulla base di buone pratiche esistenti (es. protocolli d'intesa e prassi
di collaborazione tra DSM e magistratura). Le "raccomandazioni" si
rivolgeranno ai "protagonisti" della vicenda OPG: cittadini
interessati e loro familiari, magistrati, avvocati, operatori dei servizi di
salute mentale (ma non solo), assessori e dirigenti di regioni e Asl. Le
raccomandazioni possono diventare anche concrete linee di lavoro per i comitati
regionali.
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